NON NE POSSO PIÙ

Indossare la corazza

BASTA! NON CE LA FACCIO PIÙ!

Arriva la primavera. Le giornate si allungano. La natura si sveglia con un’esplosione di colori, profumi, rumori.

E noi? Come stiamo?

Questo periodo di “rinascita” mette a dura prova: il nostro bioritmo non è ancora sintonizzato a questo risveglio che richiede uno sforzo notevole. D’altra parte la primavera mette il cuore in pace: il tepore delle giornate e la prospettiva dei prossimi sei mesi rendono ottimisti anche i più scettici.

Ma allora cosa c’è che non va? Perché la mattina vorrei girarmi dall’altra parte e mi viene da piangere? Mi dico che è colpa dei pollini ma mi assalgono i dubbi. E più ci penso più mi convinco che ci sia qualcosa che non va.  Basta! non ce la faccio più!

A volte mi assale una grande tristezza, altre volte rabbia, paura, senso di solitudine e di frustrazione. Oddio, e se fosse depressione? Oppure sono in burn-out? D’altra parte è un periodo che dal punto di vista professionale mi sta richiedendo un sacco di energie e non ho più tempo per me: ho smesso di fare sport, non esco più con gli amici. L’ultimo cinema? Non ricordo nemmeno il titolo: anche la mia memoria inizia a fare cilecca.

Può capitare a chiunque di sperimentare sensazioni simili. L’importante è non lasciarsi sopraffare e non spaventarsi: se il tuo corpo ti sta mandando dei segnali è perché ha qualcosa da dirti.

Ora si tratta di capire cosa ti vuole dire.

Ci sono due modi per far fronte a queste sensazioni: affrontarle oppure evitarle.

Evitare di ascoltarsi può diventare un percorso ad ostacoli. La paura che facciamo finta di non sentire trova terreno fertile per consolidarsi, e il nostro chiacchiericcio mentale completa l’opera amplificando questa sensazione fino a trasformarla in panico. La rabbia diventa ira; la tristezza disperazione. E a quel punto sì: abbiamo un problema di cui occuparci seriamente prima che questo diventi invalidante.

L’altra strada percorribile non presenta meno ostacoli, ma a fronte degli ostacoli porta con sé grandi benefici: dalla crescita personale alla consapevolezza di sé; dallo scoprire i propri limiti fino a superarli; dal lanciar la spugna a riprendere in mano la propria situazione. A volte può risultare faticoso e perfino doloroso ascoltarsi ed accogliersi. Ma con affrontare non intendo combattere. Combattere significa che stiamo lottando contro qualcosa che riteniamo pericoloso, mente non c’è nulla di pericoloso nel tuo corpo che ti sta dicendo BASTA! FERMATI! NON CE LA FACCIO PIÙ! Ti sta solo chiedendo di rallentare. Di ascoltarti. Sii paziente con te stesso e impara ad utilizzare un linguaggio gentile nei tuoi confronti. Abbiamo ahimé la cattiva abitudine di essere molto critici e duri verso noi stessi, soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto; proprio in quei momenti avremmo bisogno di sostegno e di incoraggiamento, invece ci esce il repertorio delle parole caustiche.

Possiamo però imparare ad auto-aiutarci. Ecco alcuni trucchetti:
– esprimi gratitudine per 3 cose positive della tua giornata. Recita ad alta voce davanti ad uno specchio “sono grato di….perché….”. Non è necessario siano cose eclatanti: la felicità si trova anche nelle piccole cose
– appena sveglio inizia la giornata con un sorriso e ripeti questo esercizio ogni volta che una nuvola offusca i tuoi pensieri
– impara a notare i tuoi cambiamenti di umore e cerca di sentire a livello fisico dove si situano. Un nodo alla gola? Il cuore che accelera? Orecchie che si scaldano?
– se riesci a sentire il tuo corpo, ora cerca di dire con quale intensità si sta manifestando da 1 a 10
– fai tre respiri profondi. Molto lentamente inspiri, trattieni il fiato (conta fino a 5), e quindi espiri ancora più lentamente dell’inspirazione (intensità da 1 a 10 è cambiata per caso?)
– ti viene da piangere? Piangi! Lasciarsi andare è un modo per ascoltarsi in profondità e lasciare che quello che proviamo si esprima.

Non giudicarti. Accogli le tue fragilità e ricordati di parlare con te stesso.

Detto questo…tu, come stai?

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